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SOLO PER ESCURSIONISTI ESPERTI:

CIMA DELLA MALEDIA ATTRAVERSO IL PAS DU LAC LONG

 

 

Dal rifugio Pagarì si scende qualche metro, e subito dopo aver passato la bandiera, si devia a destra, alla palina, e seguendo gli abbondanti segnavia in vernice rossa, si giunge al Passo di Pagarì. Di qui il sentiero trasla 10 minuti in discesa, e poi scenderebbe più rapidamente sulla sinistra, per conquistare il centro del vallone sottostante ed addurre, attraverso i due laghi gemelli del Clapier, al refuge de Nice. Invece, dopo la traslazione citata di 10 minuti dal Passo di Pagarì, anziché scendere i fitti tornanti di sinistra, si risale un canale terroso e franoso sulla destra, per 10 minuti, per giungere al Pas du Lac Long (primo evidente intaglio a sinistra del Passo di Pagarì, prima è tutta affilata cresta). Il passo è ubicato a circa 2780 metri. Di qui si seguono, su placche di roccia pulite e facilmente camminabili, gli alti ometti che rimangono in quota (non si seguono né quelli che salgono, che vanno alla cresta della Maledia, né quelli che scendono, che vanno al Lac Long ove non vi sono passaggi e si deve risalire).

 

 

Dopo circa 15 minuti di tali placche, si arriva ad un alto ometto, sempre a quota 2780 metri.

Di qui si apre l’anfiteatro formato dalle creste che contornano metà Lac Long. Si procede su sfasciumi in quota per altri 20 minuti circa (attenti poiché sono instabili e sdruccioli), ed in fondo a destra dell’anfiteatro, proprio sotto alla piccola cima con croce, a quota 2780 circa, si inizia a risalire il piccolo canalino francese verso il Passo della Maledia.

 

 

Quest’ultimo coincide in pratica con l’uscita del canalino della Maledia che si sviluppa “a partire dal rifugio Pagarì”. Risalitolo, conviene prendere, tra i canali terminali, quello che si vede più a sinistra su quest’ultima salita, quasi in cresta verso il rifugio Pagarì, facendo attenzione perché molto detritico. Usciti da esso, si procede con enorme attenzione verso la cima, poiché i detriti dell’ultima parte sono estremamente instabili, e possono ferire i compagni dietro a se stessi, o anche coloro che stanno salendo l’ultimo canalino terminale, proprio sotto di chi sale.

 

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